Durante il suo primo corso di Storia della filosofia, a Würzburg, nel semestre invernale dell’anno accademico 1866-67, Brentano premise una lunga introduzione al concetto e al metodo della filosofia. La conclusione a cui egli giunse, e che poi mantenne sempre, fù che, per rispondere alle critiche rivolte alla filosofia e superare il suo stato di indigenza, occorre mettere in evidenza dei criteri per interpretare le vicende della storia del pensiero.
Per poter comprendere appieno queste istanze, che si diramano poi in una diversità di modi e implicazioni, occorre qui tener presente ancora una volta il contesto personale e scientifico in cui esse sorgono, ossia dove esse vengono concepite ed elaborate quali espressioni dello svolgimento speculativo della personalità di Brentano negli anni immediatamente precedenti il Concilio Vaticano I. In altri termini, è necessario cogliere nei suoi tratti essenziali il fitto tessuto di relazioni che interviene a connettere le esigenze unitarie e di fondo del pensiero di Brentano negli anni della sua formazione e del suo insegnamento a Würzburg, per poterne comprendere i vari tasselli che lo compongono. Prima di cercare di chiarire la questione del metodo in Brentano, occorre, dunque, tener presente non solo il suo dissenso e le analisi fortemente critiche nei confronti di Schelling, ma anche gli ulteriori svolgimenti e le motivazioni ex positivo del suo argomentare, nel tentativo di individuare un canone di giustificazione speculativa e storica del corretto metodo da applicare in filosofia. Si tratta qui del senso e della importanza del suo interesse per lo Stagirita, cioè in definitiva del tentativo brentaniano di una rinnovata rilettura di Aristotele e del suo miglior discepolo e commentatore medioevale.
Ma qual è il significato, in questo contesto, del ritorno ad Aristotele per Brentano? Per rispondere a questo interrogativo è necessario tener presente i vari periodi della storia della filosofia e le costanti negli stadi di rinascita e di rigoglio speculativo, mettendoli a confronto tra di loro e, infine, ricavarne indicazioni per il futuro quarto periodo, a cui lo stesso Brentano accenna qua e là.